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mercoledì, 21 Maggio 2025
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Quando il viaggio si fa immagine, intervista ad Alessandra Mauro

di Claudia Izzo-

Le immagini hanno da sempre ricoperto un ruolo fondamentale nella comunicazione umana, dall’iconografia alla fotografia, alle illustrazioni, accompagnate dalla necessità umana di rappresentare lo spazio e orientarsi nel mondo. Immagini come linguaggio universale.

Ne parliamo con Alessandra Mauro, direttore artistico della Fondazione Forma per la Fotografia di Milano e direttore editoriale della Casa editrice Contrasto di Roma; direttrice di master di Fotografia e di Fotogiornalismo presso svariati atenei e curatrice, in questo periodo, anche di “Lampi di Genio-Philippe Halsman”, la mostra diffusa che si irradia da  Palazzo Fruscione a Salerno a vari luoghi iconici della città. Alessandra Mauro è appassionata di fotografia e cartografie, intese come conoscenze scientifiche, tecniche e artistiche sotto forma di rappresentazione, simbolica, ma veritiera, relative allo spazio geografico rappresentato. Laureata in Lettere, si appassiona così all’antico concetto di viaggi e cartografie, proprio attraverso la sua tesi di laurea sui viaggi del ‘400, sul primo memoriale del veneziano Alvise da Ca’ da Mosto che navigò con una caravella, al servizio dell’Infante Henrique di Portogallo, figlio di João (Giovanni) I re del Portogallo, lungo le coste occidentali dell’Africa, dove, nel 1455, durante il suo primo viaggio, esplorò le sette isole Canaria (le attuali Canarie).

Il viaggio come scoperta e come immagine che viene poi tramandata per darci un’idea del mondo circostante…

Sono affascinata da questi viaggiatori da questi disegni realizzati che ci hanno fatto conoscere il mondo fin dall’antichità. Dopo l’università mi sono specializzata a Parigi in Storia della Cartografia e lì ho potuto studiare una cartografia dell’Asia. Mi affascina trovare la ricorrenza degli errori, per secoli le cartografie riproducono gli stessi errori, ignorando la realtà di interi territori; spesso l’informazione è stata più importante della cosa stessa. Nella Bibbia, per esempio, vengono menzionati soltanto tre continenti, prima di scoprire l’America la tradizione ecclesiastica si è tramandata con i suoi errori. L’idea del mondo è stato dato per secoli da informazioni e idee preconcette in cui l’individuo doveva rappresentarsi.

La carte geografiche sono la rappresentazione del mondo che ci circonda, cosa l’affascina?

Se guardiamo mappe medievali è affascinante vedere cosa viene rappresentato al centro, cosa viene visto dal viaggiatore del tempo come più importante rispetto agli altri elementi. In molte mappe vediamo per esempio al centro Gerusalemme e capiamo attraverso la storia il ruolo di questa città, oggi circondata dalle fiamme, e come essa sia sempre stata una delle città più antiche e sacre del mondo, venerata da ebrei, cristiani, musulmani, e

per questo al centro delle antiche carte geografiche, come poi vedremo nel tempo sarà la supremazia dell’Inghilterra.

Qual è il suo rapporto con i viaggi?

Ho sempre cercato l’idea della rappresentazione del luogo, la costruzione della mappa che ognuno ha, tappa importante per ciascuno di noi. Ricordo il viaggio in Oriente a 22 anni, non volevo più tornare! Poi nello Sri Lanka, sono molto legata al Brasile dove sono stata due mesi ed ho trascorso lunghi periodi in Portogallo. 

Cosa si aspetta di trovare da un viaggio?

Bisogna stare con il cuore aperto, vedere e sentire, “sentire” un luogo. Ho sempre scelto di non fare viaggi turistici ma stare tanto in un luogo, per conoscerlo ed entrare nella vita del luogo stesso, credo che sia questo a fare la differenza.

Quale carta geografica le è rimasta nel cuore?

Mi piacciono tutte le mappe, mi danno l’idea di avere il mondo in mano per correre e farlo proprio.

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