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giovedì, 26 Giugno 2025
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Massimo per sempre

di Mariapia Vecchione-
Era il 4 giugno del 1994 quando moriva Massimo Troisi, l’uomo che ha saputo rappresentare con un’ironia indiscussa la sua Napoli, incarnando la cultura partenopea in ogni suo gesto e rappresentandola ovunque; portando nel mondo una teatralità mai prima conosciuta ed oggi ricordata perché frutto di un sentire spontaneo.
Una carriera breve ed intensa quella di Massimo, che dà alla luce una comicità poetica senza tempo, a cui appassionato e dedito non rinunciò mai, trascorrendo i suoi ultimi giorni sul set de Il Postino che scritturò già gravemente ammalato di cuore.
La sua malattia degenerativa lo accompagnava sin da bambino e in America gli fu consigliato il trapianto del cuore, ma la decisione fu quella di dare alla luce il suo ultimo film “col suo cuore”; ricorrendo anche ad una controfigura, Gerardo Ferrara, che oggi lo ricorda con affetto e che fu scelto dalla costa del Cilento: originario di Sapri, Gerardo era professore di educazione fisica e strinse un legame profondo con Massimo, destinato ad essere l’ultimo scambio affettivo del grande artista di passaggio sulla terra…
Al rientro nel suo piccolo paese del Cilento dopo le riprese, Gerardo apprese la notizia della scomparsa di Massimo che in quel lungo periodo sul set si divertiva a stuzzicarlo  sulla sua vita personale che ben sembrava incastrarsi con la narrazione del Postino: anche per la controfigura di Massimo era in arrivo un figlio, proprio come per il protagonista del Postino si attendeva la nascita del piccolo Pablito. 
Gerardo Ferrara quando da lì a poco nacque suo figlio, decise di chiamarlo Massimo in onore del grande Troisi…
L’attore partenopeo mosse i primi passi nel teatro sin da giovane studente, in compagnia di Enzo Decaro, Lello Arena, Valeria Pezza e Nico Mucci e il grande pubblico italiano lo ricorda nel suo esordio televisivo, in cui raccoglie la conclamata eredità espressiva di Totò ed Eduardo De Filippo: l’incarnazione del genio comico nel 1981 in “Ricomincio da tre”.
La pellicola  ben rappresenta gli ideali poetici del talento partenopeo e mira a  ricordarci quanto sia importante nella vita “non ricominciare da zero, ma ricominciare da tre”, come fa il giovane protagonista Gaetano.
Una poetica comica, veritiera e sempre attuale, ma anche romantica quella che ritroviamo nel 1983 con “Scusate il ritardo”, il secondo film d’autore di Massimo Troisi, in cui il titolo e la rappresentazione vuole definirsi l’espressione di un grande scorrere del tempo all’indomani della precedente pellicola cinematografica dove Massimo vestirà i panni di Vincenzo spaventato dall’amore, superficiale e frettoloso: il film che più di ogni altra cosa ha rappresentato la biografia di un uomo intimorito dalla vita, ma capace di trasformare la paura in ironia, l’ironia in riflessione…
Immagine Public domain
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