di Graziella Di Grezia-
Si intitola “Be Luminous” – Sii luminoso – la stagione 2025/2026 del Teatro di San Carlo, presentata questa mattina alla stampa.
A raccontarla sono stati Ilias Tzempetonidis, direttore artistico del teatro, e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, che hanno sottolineato come il Massimo partenopeo voglia diventare non solo il primo teatro d’Italia, ma un punto di riferimento vivo e aperto per tutta la comunità.
Una stagione che unisce passato e futuro, tradizione e innovazione, senza mai perdere di vista il cuore pulsante del teatro: il pubblico. Artisti, pubblico, giovani talenti, grandi nomi internazionali, ma anche – e soprattutto – il coro, l’orchestra e il corpo di ballo del San Carlo, coinvolti in modo profondo in questa stagione ambiziosa.
Lirica, ma non solo: si parte con Medea
A dicembre si alzerà il sipario con un titolo potente: la Medea di Cherubini, un’opera impegnativa, temuta da molti, resa immortale dalla voce di Maria Callas. Il San Carlo la propone in una versione moderna, diretta da Riccardo Frizza e firmata da due registi: Mario Martone e Romano Romanovsky.
Il cartellone lirico conta 13 titoli e si snoda tra capolavori della tradizione e innovazione: Mitridate re di Ponto di Mozart, Alcina di Händel con la stella Lisette Oropesa, e due omaggi al genio di Puccini con Turandot e La bohème, quest’ultima con Anna Pirozzi nei panni di Mimì.
Ma la vera novità è una prima assoluta tutta napoletana: “Partenope”, opera commissionata per celebrare i 2500 anni della città. Un modo per restituire alla città un racconto contemporaneo della sua identità millenaria.
Un teatro che guarda ai giovani, senza perdere sé stesso
Il San Carlo si apre ai giovani con anteprime dedicate agli under 30 e con la possibilità di scoprire il teatro da dentro. “Non si può fare teatro come 50 anni fa – ha detto Tzempetonidis – la vita è aggressiva, il teatro deve essere elegante, accogliente, sorprendente.”
Ed è proprio questo lo spirito che anima anche la stagione sinfonica, con 18 concerti che vedranno protagonisti sia grandi nomi – come Gustavo Dudamel – che giovani talenti in ascesa. Attesissimo anche il progetto Histoire du soldat, con la presenza scenica e visionaria di Marina Abramović, in uno spettacolo al confine tra musica, teatro e arte contemporanea.
Corpo di ballo protagonista, da Lo Schiaccianoci a Coppélia
Anche il corpo di ballo sarà grande protagonista, con classici come Lo Schiaccianoci e Coppélia, portati in scena sotto la guida di una nuova direzione che promette energia, precisione e poesia. La danza, al San Carlo, non è un completamento, ma parte integrante di un linguaggio artistico universale.
Grandi registi e collaborazioni d’eccellenza
Accanto ai volti storici come Martone e Micheletto, la stagione porterà a Napoli anche nuovi registi internazionali che lavorano per la prima volta in Italia, segno di una vocazione sempre più globale e inclusiva. In arrivo anche coproduzioni importanti con il Teatro alla Scala per le stagioni 2026/2027, e collaborazioni tra le due Accademie. Un ponte tra Nord e Sud, tra radici profonde e nuove visioni.
Un teatro che è specchio, casa e futuro
“Il teatro è come uno specchio, dove possiamo ritrovare noi stessi” – ha detto il direttore artistico. E davvero questa stagione riflette un’idea di teatro come luogo vivo, dove tradizione e innovazione non si scontrano, ma convivono, si alimentano, si trasformano.