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Da Salerno a Londra con la musica nelle vene, Matteo Saggese: “la nostra diversità è la nostra unicità”

di Claudia Izzo-

“Sono un fan dei giovani, spero nei giovani, credo nei giovani, vorrei dare loro un contributo. Queste parole sono di Matteo Saggese, appassionato musicista salernitano protagonista dell’evento moderato dalla giornalista Valeria Saggese – Parole e Note- a Palazzo Fruscione, nell’ambito della mostra “Sguardi” curata da Silvia Lelli e dall’Associazione Tempi Moderni. Con lui, presenti all’evento i bassisti Dario Deidda e Domenico Andria; il chitarrista Carlo Fimiani; il tastierista Alessandro La Corte; il percussionista Davide Cantarella e gli allievi di canto del Conservatorio “Martucci” di Emilia Zamuner.

Cos’è stato Parole e Note?

“Parole e Note è stato un incontro- dialogo, un modo di stimolare i giovani, di interessarli alla musica, spero che la mia esperienza possa dare loro il coraggio di osare. E’ importante inseguire le proprie passioni. Io sono andato via, se vogliamo tardi, avevo 27 anni. Bisogna avere il coraggio e l’incoscienza. Restare dove si è equivale a perdere delle occasioni, in fondo si può sempre fare ritorno, ma bisogna andare anche oltre. La verità è che qui a Palazzo Fruscione, con Marco Russo la musica è un contorno. Qui ci ritroviamo. Marco Russo realizza eventi stimolanti culturali, con grande entusiasmo e competenza.”

Matteo Saggese la musica ce l’ha nel sangue da sempre. Formatosi sulla musica di Bill Evans, Keith Jarrett, Oscar Peterson, ma anche Jimi Hendrix, i Genesis, i Gentle Giants, Crosby Still Nash and Young, Johnny Mitchell, Bach, Chopin, Debussy, è pianista, compositore, arrangiatore, autore, produttore.

“Volevo andare in America, mi sono fermato a Londra, un luogo pieno di opportunità per i musicisti, la fortuna è relativa se non hai il coraggio di muoverti. Era il 1987. Comunque devo tantissimo a Salerno, è un luogo inesauribile di musica. Voglio ricordare Angelo Cermola che è stato un mentore per molti musicisti salernitani, Marcello Ferrante, la Polimusic, scuola moderna per jazz e altro.”

Le prime influenze Matteo Saggese le vive grazie alla musica classica, poi  Jazz, il Rock, il Funk, la Soul Music e tanti altri generi musicali, – a me piaceva mischiare, il bello viene dall’integrazione delle fonti.

Autore di molte canzoni, Matteo Saggese ha scritto numerose canzoni per artisti italiani e stranieri, quali Il Divo, Céline Dion, Adriano Celentano, Heather Parisi, Phil Manzanera, Jackie Evancko, Russel Watson, Jennifer Rush, Nina Hagen, Syria,Biagio Antonacci, Peter Grant, Hayley Westenra, Omar Lye-Fook, Apollo 440. Per Giorgia scrive – Di sole e d’azzurro-, per  Mina -Succhiando l’uva-  per Zucchero- nasce “Diamante”. Il bluesman reggiano vi abbina le parole di De Gregori ed il successo è planetario. Produce  insieme a Chris Porter l’album Passione di Alfie Boe;  ha collaborato come tastierista all’album Sotto ‘o sole di Pino Daniele e a Duet di Zucchero. Ha prodotto e arrangiato e coscritto l’album Radici di Alan Sorrenti. Ha suonato nella band di Zucchero dal 2004 al 2006. Nel 2009 insieme a Diego Calvetti, Marco Ciappeli e Giuliano Rassu scrive la canzone finalista della 3ª edizione X Factor Ruvido, aggiudicandosi la 2ª posizione. Nel 2015 ha formato con Joe Cang la band Loco Ironico con cui ha registrato due album: Carpe afternoon (2016) e Mambo Gumbo (2018) e un EP di covers. È l’ideatore e direttore artistico del Festival Alburni in musica (AIM). Nel 2019 ha scritto il singolo La vetrina con Phil Palmer e Renato Zero e prodotto da Trevor Horn che promuove il nuovo album Zero il folle, ed il brano Figli tuoi.

Quali i progetti in corso?

“Negli ultimi anni le collaborazioni con Gianna Nannini e Renato Zero poi, è nato un progetto a Lisbona, Rua Das Pretas, una collective di musica dal samoura alla samba, un gruppo di artisti dal Brasile, dal Portogallo, Capo Verde. Abbiamo scritto un brano con Peppe Servillo. Loco Ironico è una band, frutto dell’amicizia con Joe Cang, (ex bassista degli Scritti Politti, autore per gli Aswad, Darryl Hall e altri).”

Mentre parliamo, Matteo è nella sua Sicignano, terra che ama, terra da cui trae ispirazione, “terra che frequento e che amo. Qui l’aria è splendida, soprattutto dopo 20 ore di viaggio. Bevo alle sue fontane e tutto lo stress si dissolve. Si devono apprezzare tutte le cose belle, l’ho capito tardi. Ed ho capito che la nostra diversità è la nostra unicità, quindi la nostra forza é che la vita più l’arricchisci, più è bella”.

 

 

 

 

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