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15 Aprile 1967- 15 Aprile 2024: omaggio a Totò, il principe napoletano, la maschera e la smorfia

di Luigi D’Aniello-

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Totò al trucco.jpg

Il 15 aprile di cinquantasette anni fa moriva Antonio De Curtis, meglio conosciuto come Totò, una leggenda del cinema italiano.

Nato a Napoli nel 1898, da una relazione clandestina tra Anna Clemente e Giuseppe De Curtis il quale inizialmente non lo riconobbe e per cui all’anagrafe risultava come “Antonio Clemente, figlio di Anna Clemente e di N.N., ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo dell’arte e dello spettacolo.

Totò,  con il suo talento unico e la sua comica irresistibile, ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo. Con il suo stile inconfondibile, con il suo linguaggio corporeo, con le sue esilaranti espressioni facciali e la sua capacità di creare personaggi memorabili, ha regalato al pubblico momenti di pura gioia e divertimento.

Ma Totò non è stato solo un comico, ma anche un attore straordinario ed ha dimostrato la sua versatilità interpretando ruoli drammatici con la stessa maestria con cui ha interpretato personaggi comici. Le performance di Totò, da artista completo quale era, trasmettevano sempre profondità ed emozioni.

Dal film Uccellacci e uccellini, 1966
Pier Paolo Pasolini
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La sua carriera cinematografica è stata ricca di successi, con film come “Miseria e Nobiltà”, “Totò e Peppino divisi a Berlino”, “Signori si nasce”, “Guardie e ladri”, “ Totò Turco Napoletano” , “47 morto che parla”, solo per citarne alcuni. Come attore drammatico lo ritroviamo in “Uccellacci e uccellini” di Pier Paolo Pasolini, tra il poetico ed il surreale  collaborazione che continuò con gli episodi “La Terra vista dalla Luna” e  “Che cosa sono le nuvole?”, a cui avrebbero fatto seguito altri  film, che non furono mai girati a causa della morte di Totò.

Comunque, ogni volta che Totò appariva sullo schermo, il pubblico sapeva di poter contare su di lui per una prestazione unica e straordinaria. Ma Totò è stato un artista a tutto tondo, perché, oltre che come attore è stato impareggiabile e superbo anche come autore di testi per canzoni e poesie, vedi “Mala femmena “canzone questa che si si dice sia stata scritta per l’ amore non corrisposto di Silvana Pampanini, o la poesia “A livella” la più famosa che è anche una delle più importanti della letteratura napoletana in cui Totò affronta ironicamente il tema della morte.

Per non parlare del suo altruismo. Totò, infatti, era solito prendersi carico di tutte le richieste d’aiuto che arrivavano al suo indirizzo; si narra perfino, che alle volte tornasse di notte nel Rione Sanità, suo quartiere natale e infilasse sotto le porte dei “bassi” biglietti da diecimila lire e che avesse stipulato, di sua iniziativa, un contratto con l’oste di una trattoria, affinché ogni giorno desse da mangiare ad una senza tetto che aveva incontrato per le strade di Napoli.

Comunque l’amore che lui nutriva per Napoli era ampiamente ricambiato tanto che alla sua morte oltre che i funerali fatti a Roma, dai napoletani ne furono voluti altri due, uno al rione Sanità dove era nato ed un altro a Piazza Mercato.

Comunque, anche a distanza di anni dalla sua scomparsa, il suo talento continua a vivere nel cuore di chiunque ha avuto il piacere di assistere alle sue performance.
Totò è e resterà sempre un grande della storia del cinema italiano, un genio del divertimento e dell’arte che continuerà ad ispirare e emozionare gli spettatori di tutto il mondo. La sua eredità è immortale  continuerà a brillare per sempre nella storia del cinema.

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Totò al trucco.jpg

A Napoli in Piazza Cavour vi è una dedica a Totò che rende appieno l’uomo e l’artista e l’amore del suo popolo: “La maschera e la smorfia, il volto e lo sberleffo. Antonio De Curtis napoletano per caso e per scelta, aristocratico e plebeo, spietato candido giullare, beffeggiò poveri e ricchi, umili e potenti, rendendo a tutti la vita più leggera.”

 

 

Immagine in copertinaTotò – Immagine caricata da Lucapaz1000 Unknown author. Public domain

 

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