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martedì, 17 Giugno 2025
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Omaggio di Cava a Franco Troiano, intervista al figlio Alfonso

di Claudia Izzo-

La Cava de’Tirreni degli anni ’80 e ’90 è indissolubilmente legata al nome di Franco Troiano, Ciccio per gli amici. La ridente cittadina salernitana, infatti, divenne famosa in quegli anni nelle cronache nazionali ed internazionali grazie a lui, per essere diventata la location di concerti rock indimenticabili: parliamo dei Pink Floyd, Paul McCartney, Eric Clapton, Elton John, Deep Purple, Prince, Dire Straits, Guns N’ Roses, Sting, Duran Duran, Spandau Ballet, Tina Turner, Simple Minds, The Cure, The Clash e di artisti italiani come Pino Daniele, Vasco Rossi, Claudio Baglioni…

Avere un biglietto ed essere stati presenti ad almeno uno di questi eventi dava la sensazione di essere stati dentro la storia della musica, con voci ineguagliabili, uniche, irripetibili, che hanno fatto la storia della musica mondiale.

Franco Troiano nasce a Cava de’Tirreni il 10 gennaio 1949. E’ appassionato di musica. Il padre si trasferì a  Johannesburg, città del Sud Africa, dove lavorava per una società di autobus, poi fece ritorno in Italia quando Franco aveva undici anni. Appassionato di Elvis e con una mentalità anglofona, Franco capisce che il mondo della musica è il “suo” mondo: crea il Gipsy, una delle prime discoteche nella città metelliana che diede a sua volta vita alla Anni ’60, la cooperativa che organizzò da allora concerti indimenticabili. Patito di calcio, Franco Troiano fu anche portiere della squadra locale divenendo poi dal 1996 al 1999 Presidente della Cavese Calcio. Franco Troiano muore il 29 Aprile 1999 ed a lui, sabato 11 gennaio alle ore 12.00, verrà intitolato il Viale ed il Piazzale nell’Area del Palaeventi di Pregiato, nascerà Viale Franco Troiano con totem a ricordo dei suoi concerti tra cui ricordiamo il doppio evento con i Pink Floyd nel maggio 1989.

A prendere in mano le redini dell’attività organizzativa di Franco Troiano è il figlio Alfonso.

Dopo Franco Troiano, Alfonso Troiano… Come inizi in questo mondo di musica e organizzazione?

Anni 60 nasce con mio padre, cooperativa formata da giovanissimi che, come lui, avevano vissuto gli anni ’60. La cooperativa diventa poi Anni ’60 Produzioni con il socio Franco Di Salvatore, braccio destro di papà. Quando poi papà viene a mancare, nel 1999, io avevo 22 anni ed ho ripreso dal punto in cui aveva lasciato lui.

Come avviene il contatto con l’artista di turno?

Sono abbastanza riservato, poco invadente, credo che debba essere l’artista a cercare l’organizzatore, dopo tanti anni siamo diventati un punto di riferimento nella zona. Alla fine  si crea un rapporto e non si è più numeri. In questo settore ho imparato da mio padre, un pioniere che ha creato una storia di eventi. Lui aveva 50 anni io 22 gli, mentre studiavo e gli davo un po’ una mano, poi ho dovuto continuare io. Sono cresciuto con questo lavoro affascinante perché la realtà è che chi fa il nostro lavoro, lo fa per forza per passione, per l’amore per la musica e per gli eventi.

Hai costruito nel tempo una solida realtà capace da portare il salernitano ai fasti della cronaca per i concerti…

Dal PalaMaggiò, il palasport principale della provincia di Caserta; al Palapartenope di Napoli, fino al Palasele di Eboli. Ci abbiamo creduto ed abbiamo investito spostando il mercato delle produzioni da Napoli al salernitano.

Cosa ti affascinava da ragazzo di questo lavoro?

Io ero appassionato proprio dell’organizzazione e ancora oggi lavoro alle spalle del palco coordinando quella che è la macchina organizzativa affinché sia tutto perfetto.

Tu che organizzi concerti importanti , ma in casa chi organizza in menage familiare?

In famiglia, l’organizzatrice è mia moglie.

Tu hai continuato l’opera iniziata da tuo padre consolidandola ulteriormente, pensi che le tue figlie seguiranno le orme del nonno e del papà?

Ho due bimbe di 11 e 12 anni. Io ho continuato l’opera di mio padre, mi sono laureato in Giurisprudenza e liberamente ho scelto di fare questo lavoro con un team in cui tutti lavorano per passione e dedizione. Non so cosa sceglieranno di fare loro ma spero che, qualunque cosa facciano, la faranno con la stessa passione che ci metto io.

Che consiglio daresti a chi sogna di vivere di musica e di organizzazione eventi come te?

Auguro a tutti di fare nella vita ciò che corrisponde alle proprie passioni. Bisogna provarci, collaborare, lavorare per step. Le cose funzionano se c’è passione, volontà, dedizione. Chi si dedica poi alla fine riesce. Se si rincorrere il proprio obiettivo nel modo più pulito, senza cercare scorciatoie, se si è intransigenti con se stessi alla fine ci si riesce. Chi fa questo lavoro deve essere un appassionato, deve capirne di musica più di me, io sono più esperto in organizzazione. Prima ero giovane, ora sono un dinosauro e guardo alle nuove generazioni per capire le nuove tendenze. Siamo in un circuito di aziende multinazionali, le scelte vengono fatte a monte.

Tu tratti musica italiana e a breve, in un nuovo spazio salernitano…

Noi siamo legati ad artisti italiani e nel nostro territorio abbiamo annunciato Lazza in Piazza della Libertà, un taglio giovane. Qui allestiremo un’arena nel mese di Luglio. Questo è un progetto che nasce da lontano: già vedevo questo progetto realizzato quando questa piazza era ancora un cantiere. La piazza si presenta come un anfiteatro, un’arena sul mare; l’artista che l’ha realizzata l’ha già pensata così. Noi la settorializziamo occupando l’emiciclo del Crescent, ma si può aprire ad ospitare eventi per tutta la piazza. Noi siamo pronti da due, tre anni, ma il progetto è stato sdoganato soltanto l’anno scorso con il Capodanno dei Pooh e con quello di Giorgia.

Qual è un tuo sogno?

Quello di completare il progetto a Cava de’Tirreni dove è stata intitolata la strada a mio padre, su viale Franco Troiano, creare una struttura multifunzionale versatile, la più grande d’Italia, con la platea mobile in modo da diventare una piccola arena palasport per concerti in piedi.

Un pensiero a tuo padre

E’ sempre il mio riferimento, il mio maestro. Mi è sempre accanto: lui era un “Maradona” nel suo campo e io credo di essere un buon giocatore…

 

 

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