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venerdì, 6 Dicembre 2024
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Napoli, la città dei cinquecento campanili: la Chiesa del Gesù Nuovo

di Luigi D’Aniello-

L’appellativo “Nuovo” nasce per distinguere la Basilica da quella del “Gesù Vecchio”, che si trova in una via adiacente a Piazzetta Nilo.

La chiesa del Gesù Nuovo fu dedicata, per desiderio del viceré, all’Immacolata Concezione, e con la prima pietra fu murata, sotto il primo pilastro centrale, una pergamena.
L’interno della chiesa a tre navate  è veramente maestoso per il ricco rivestimento in marmo policromo delle pareti e la bellissima decorazione degli altari e delle cappelle .La pianta è a croce greca, la croce è incorporata in un rettangolo.

Entrando, ai lati dell’ingresso, vi sono due imponenti acquasantiere barocche lavorate in un solo blocco, poi la prima cosa che balza gli occhi è il bellissimo pavimento di marmi policromi con al
centro della navata il grande stemma rinchiuso in uno scudo delle famiglie Sanseverino e Dellla Rovere con ai lati le lastre tombali con i blasoni delle migliori famiglie del regno di Napoli.
La navata centrale è splendida.

La volta è a cassettoni a botte e vi sono tre cappelle per ciascun lato. A sinistra vi è la cappella di S.Ignazioe a destra vi è quella di San Francesco Saverio.

Al lato destro della navata vi è anche il sepolcro di San Giuseppe Moscati e andando verso l’altare, nel corridoio destro, vi è una piccola Cappella a lui dedicata.

L’altare presenta una splendida statua della Vergine Maria Immacolata col globo sotto i suoi piedi. In origine sopra l’altare non vi era una statua, ma un quadro dell’Immacolata Concezione, che si suppone fosse stato dipinto da Girolamo Imparato, distrutto da un incendio che nel 1639  divampò in questa parte della chiesa.

Il quadro fu sostituito prima con una statua in legno e poi con una in argento e rame dorato, ma a seguito di in decreto reale del 1796 che imponeva la consegna alla zecca di tutti gli oggetti in oro e in argento delle chiese, fu liquefatta.

Sull’altare maggiore fu così rimessa la vecchia statua in legno e solo intorno al 1859, con il ritorno dei Gesuiti a Napoli, fu costruito l’attuale ricchissimo altare con la bellissima statua della vergine realizzata da Antonio Busciolano, mentre la grossa sfera blu attraversata da una striscia di bronzo dorato e i due angeli al lato, furono opera di Francesco Pagano e Matteo Bottiglieri, allievi del Vaccaro.

 

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