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domenica, 19 Maggio 2024
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Il terremoto del 1980 nel libro di Petrarca “La città puntellata”

di Claudia Izzo

“Scavando tra le rovine abbiamo ascoltato il tormento, mentre la nostra pelle era incollata alle travi di cemento, lasciando la carne nuda e sanguinante in cerca di un nuovo involucro”

La città puntellata di Giuseppe Petrarca,(Cento Autori Editore), è un romanzo diretto che ti arriva dentro.

“Diretto, preciso, limpido, ad altezza d’uomo…chiari i nessi, limpidi i dettagli, precise le psicologie” come ha scritto Andrea Di Consoli, scrittore, giornalista e critico letterario, nella prefazione.

Se San Gennaro rinnova il suo legame con Napoli tre volte all’anno, una di queste date è il 19 settembre, giorno della sua morte. Ebbene il 19 settembre del 1980, “erano grida di desolazione e paura: quel sangue , preconizzando una spaventosa scia ematica inglobata nelle viscere della terra, aveva assunto la consistenza della pietra, che non si sarebbe mai sciolta” scrive Petrarca.

Venuto meno “il prodigio dei prodigi”, “Si preannunciavano giorni di sciagura, il tempo si sarebbe squarciato in due, senza possibilità di tornare indietro. Un’impronta di sangue avrebbe marchiato, lungo i selciati dissestati e dentro le rovine, migliaia di corpi inermi, colpiti a morte, sepolti dalle macerie”.

23 novembre 1980, fra i ricordi si aprono voragini, quelle che hanno abitato gli incubi di molte persone. E’ questa la data del terremoto che mise in ginocchio la Campania.Nessuno potrà mai dimenticare il titolo disperato de Il Mattino …”Fate presto”

Giuseppe Petrarca ci conduce, in questo suo libro, in uno spaccato di dolore e faide camorristiche e nella sua Napoli “lacerata nel corpo e nella mente”.

90 secondi di scossa alle ore 19.34  del X grado della scala Mercalli distrugge, divora, fagocita. Il bilancio è di 3000 morti, 9000 feriti, 280mila sfollati, danni incalcolabili in Campania e Basilicata. L’ipocentro con  circa 10 km di profondità si ebbe tra i comuni  di Teora, Castelnuovo di Conza; coinvolte le province di Avellino, Salerno, Potenza.
Petrarca ci fa rivivere quei secondi attraverso il dottor Roberto Vitale, neolaureato in medicina che si adopererà, fin dalle prime ore del disastro, a salvare vite umane; l’insegnante Mariangela Greco alle prese con il fallimento del suo matrimonio con l’imprenditore Salvatore Nazzaro, distrutto dal tracollo finanziario della sua ditta; il giornalista Antonio Di Carlo, inviato nelle zone della Lucania devastate dal sisma e tormentato dall’amore struggente per Mariangela; la professoressa Enza De Martino, che perderà il marito Ciro nel crollo della sua abitazione e il vicequestore Francesco Amendola, alle prese non solo con le faide camorristiche ma anche con la lotta alle organizzazioni criminali che si fiondano sui soldi della ricostruzione.
 La città puntellata ci offre una Napoli lacerata, in ricordo di una Campania in ginocchio di cui ci sembra ancora di poterne ascoltare il lamento di dolore.

 

 

L’autore.

Giuseppe Petrarca vive e opera a Napoli. Collabora da alcuni anni con l’organizzazione umanitaria, premio Nobel per la Pace, Medici Senza Frontiere. Ha pubblicato con Homo Scrivens una serie di “gialli sociali”: Inchiostro rosso, Corpi senza storia, L’Avvoltoio e, nel 2020, Notte nera. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti come, nel 2018, il Primo Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti con il racconto Il coraggio di Nikolay, un viaggio nell’orrore degli orfanotrofi. Al suo attivo la partecipazione a diversi programmi di Rai Tre Campania. Con Cento Autori ha pubblicato La città puntellata (2022). Ad ottobre 2023  è uscito La lunga notte di Christian Berger (Cento Autori)

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