di Claudia Izzo-
La storia ci arriva da Cimitile, vicino Napoli, anche se spesso queste storie sono accomunate da emozioni simili per l’immensa gratitudine che coloro che hanno ricevuto un trapianto di organo provano nei confronti di coloro che in vita hanno preso la decisione di donare.
Felice Peluso era un ragazzo pieno di vita, una gioventù fatta di grande passione per la sua moto, passeggiate, uscite; la vita di un ragazzo di 23 anni. Poi, all’improvviso, tutto cambia ed a causa di una infezione di streptococco con una incubazione di anni, Felice vive la sua discesa agli inferi: diviene ipovedente, a stento distingue il giorno dalla notte, poi va in dialisi e la sua vita la trascorre su una sedia a rotelle.
Prima anni di dialisi, dunque, all’improvviso e d’urgenza perché le tragedie non ti danno il preavviso. Passa il tempo e arriva la speranza del trapianto, poi ancora anni dialisi, in seguito il secondo trapianto. Felice, grazie al suo cuore forte per il tanto sport fatto e per la presenza sempre accanto della donna che ha sposato e con cui ha avuto la sua meravigliosa figlia, Giulia, riesce a riprendere in mano la sua vita. E lo fa, prima di tutto, diventando un volontario AIDO, Associazione Nazionale Organi, Tessuti e Cellule; presidente del Gruppo AIDO Nola Cimitile, sensibilizzando con eventi e congressi sull’importanza delle donazioni.(felicepeluso@hotmail.it/ gruppoaidonolacimitile@outlook.it/)
Oggi, Felice è un uomo grato alla vita ed al suo angelo-donatore.
Così il 5 Gennaio è per Felice, 60 anni appena compiuti, un compleanno speciale da sentire l’esigenza, forte in petto, di scrivere e ringraziare il donatore mai conosciuto.
“Un compleanno speciale: Lettera ad un donatore mai conosciuto,
I compleanni sono traguardi che raggiungiamo, composti dai nostri vissuti. gioia, tristezza, lacrime e sorrisi, sconfitte e vittorie. Oggi è il mio terzo compleanno e di cuore mi faccio i più sinceri auguri, con la consapevolezza che il mio futuro sarà ancora pieno di sogni e di aspettative, senza mai farmi abbattere dagli ostacoli.
Caro Angelo mio, oggi festeggiamo 20 anni insieme.20 anni di me e di te…20 anni di vita donata.#iltrapiantoevita. Dici SÌ alla vita dici SÌ alla donazione degli organi.
Ti aspettavo,
quando insonne vagavo nella notte, nascondendomi nell’oscurità della mia anima;
Ti aspettavo,
Quando l’alba mi annunciava un nuovo giorno, regalandomi un’illusione di vita;
Ti aspettavo,
Quando, inerme e spento davanti a uno specchio beffardo, non riconoscevo più quel corpo e quel sorriso di plastica;
Ti aspettavo.
Ricordo…
Era una sera come tante, da poco erano passate le ventitré. Gli altri parlottavano su come tirar giù tardi, ma io sentivo un’inspiegabile urgenza di tornare a casa, sentivo una necessità a cui non sapevo neanche dare un nome. Sapevo solo che dovevo andare.
Il tragitto verso casa si dipanò silenzioso, quasi rarefatto. Fu il trillo del telefono, appena varcammo la soglia di casa, a infrangere quella strana quiete.
- Pronto?
- Buonasera, sono la dr.ssa dell’Ospedale Maggiore di Novara. C’è un rene per lei, tuttavia, devo avvertirla che è il secondo in lista … pensa di venire ?
Sentii una scarica di vitalità attraversarmi il corpo e l’anima.
- Se sente il trillo del citofono sono io dottoressa
- Ah … voi napoletani, sempre con la battuta pronta. L’aspettiamo
Le parole della dottoressa tradivano l’ilarità che aveva suscitato la mia battuta di spirito. Quella leggerezza che ho cercato di trattenere con tutte le mie forze, a dispetto di una malattia che ogni giorno mi rubava pezzi di me.
Misi giù il telefono.
È così allora, è me che hai scelto.
Dopo nove lunghi anni, finalmente sei arrivato …
Ti cerco nella mia immaginazione. Non conosco quasi niente di te. Eppure, so, che nel momento in cui hai lasciato questo posto, hai voluto che fossi io a continuare la nostra vita…
E io l’ho fatto.
Ed è grazie a te che ho vissuto tanti momenti indimenticabili, e, in ognuno di quei momenti, tu sei stato sempre al mio fianco.
È a te che devo la gioia, un tempo inimmaginabile, di poter soffiare su sessanta fiammelle ardenti.
Ed a te, mio generoso amico, che rivolgo la mia infinita gratitudine per aver potuto sostenere, emozionato e grato, i passi delle mia unica figlia verso l’altare.
Mi auguro di festeggiarne insieme tanti altri di compleanni e momenti di felicità.
E un giorno, quando ci incontreremo, spero sarai contento di me e del cammino che abbiamo fatto insieme, felice di quanto il mio bene per te abbia scandito ogni passo di questa nostra vita.
Caro Salvatore (è questo il nome che il mio cuore ha scelto per te) alle 15:00 del 5 gennaio del 2004 si è rinnovata la mia vita, e questo miracolo oggi compie venti anni.
E per questo dono ti voglio salutare nella mia lingua, quella del cuore…
“Je te ringrazio, vita carnale e scunusciuta, ché è grazie a te si oggi guardo ‘o cielo ‘e se schiara’.”