di Luigi D’Aniello-
L’uso dei mosaici ha un’origine che risale all’antica Mesopotamia e all’Egitto ma fu nell’antica Grecia e durante l’Impero Romano che essi raggiunsero il loro massimo splendore e iniziarono ad essere ampiamente utilizzati per decorare prima per lo più pavimenti poi anche pareti, fontane e altre superfici.
I temi rappresentati erano diversi e andavano dalla mitologia romana a scene di vita quotidiana, ritratti e paesaggi che si ottenevano mediante frammenti di materiali diversi, dette “tessere” che potevano essere di varia grandezza e profondità, più erano piccole e più il disegno era preciso, specie nei mosaici policromi.
Le tessere potevano essere di basalto, travertino, marmi di diverso colore, diaspri vari, pasta vitrea e conchiglie.
A testimonianza di ciò abbiamo i mosaici trovati negli scavi di Pompei che sono uno dei tesori più preziosi dell’antica città romana. Pompei fu sepolta sotto una spessa coltre di cenere e lapilli nell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., ma proprio questa tragedia naturale ha preservato molti dei suoi mosaici per quasi 2000 anni.
Questi a Pompei coprivano vari spazi, come pavimenti e pareti e andavano da semplici decorazioni geometriche a elaborati dipinti figurativi e mostravano una grande varietà di soggetti, come scene mitologiche, nature morte, animali, paesaggi e figure umane. Molte delle immagini rappresentavano la vita quotidiana, i piaceri dell’arte, la passione per il teatro e il culto della bellezza.
Uno dei mosaici più famosi di Pompei è sicuramente il mosaico in bianco e nero “Cave canem”, raffigurante un cane legato ad una catena e che sembra mostrare un’espressione di ferocia e rabbia. Questo mosaico è diventato forse il simbolo più iconico dell’eruzione del Vesuvio e della distruzione di Pompei.
I mosaici di Pompei sono stati particolarmente importanti per gli archeologi e gli storici dell’arte perché hanno offerto un’importante testimonianza visiva della vita nell’antica città di Pompei, infatti attraverso le immagini e i motivi rappresentati in essi, si sono potute ricavare informazioni sulla cultura, le credenze, le abitudini e le relazioni sociali delle persone che vivevano a Pompei. Inoltre, sono anche una testimonianza tangibile del grande patrimonio culturale dell’antica Roma e continuano a ispirare e affascinare visitatori da tutto il mondo. Oggi, molti dei mosaici di Pompei sono conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, oltre a diversi altri musei nel mondo.
Con la caduta dell’Impero Romano, la loro produzione entrò in declino. Tuttavia, nel Medioevo, si iniziò a vederne una rinascita, soprattutto nelle chiese e nelle cattedrali con mosaici di natura religiosa utilizzati per rappresentare scene della Bibbia e dei santi.
Durante il Rinascimento, la loro realizzazione raggiunse nuovi livelli di maestria, grazie all’invenzione della tecnica del micro-mosaico. Questa tecnica consisteva nell’utilizzare piccoli frammenti di smalto o di vetro per creare dettagliate rappresentazioni di figure e paesaggi ed erano ,principalmente , utilizzati per decorare gioielli, scrigni e altri oggetti preziosi.
Nel XIX secolo, con la diffusione del turismo, i mosaici divennero particolarmente popolari come souvenir e come forma di decorazione. Oggi, la loro produzione è ancora viva e attiva in tutto il mondo, con artisti che utilizzano una vasta gamma di materiali e tecniche per creare opere di grande bellezza e complessità.
In gioielleria, per creare un mosaico gioiello, si inizia con una base di oro o argento, sulla quale vengono incollati piccoli pezzi di gemme o pietre preziose, che sono tagliati in diverse forme e poi collocati sulla base in modo da creare un disegno, spesso geometrico o floreale; una volta che tutti i pezzi sono stati posizionati correttamente, vengono incastonati sulla base utilizzando un collante, in modo che rimangano saldamente al loro posto. Gli artigiani che creano gioielli con i mosaici utilizzano anche altri materiali preziosi, come perle, diamanti o altre pietre .Tuttavia, l’usanza di utilizzare piccoli pezzi di gemme rimane un elemento chiave nel processo di creazione di un mosaico gioiello.
Per mettere bene a fuoco bene un mosaico, per poterlo ammirare bene, va visto da una certa distanza; per dirla alla Schopenhauer, “Il corso della nostra vita è simile a un mosaico: non possiamo riconoscerlo e giudicarlo prima di esser giunti a una certa distanza.”
Sailko, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia, Mosaici nel Museo Archeologico (Napoli). Da Pompei, Casa delle colombe a mosaico, VIII.2.34.