di Claudia Izzo-
Iniziata il 9 marzo continua fino al 19 maggio l’attesissima mostra LETIZIA BATTAGLIA -Una vita come un cazzotto, come una carezza- a cura di Paolo Falcone e organizzato a dall’Associazione Tempi Moderni, in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la prima mostra diffusa dedicata alla fotografa palermitana che si snoda tra Palazzo Fruscione, la Chiesa di San Sebastiano del Monte dei Morti, la Corte di Palazzo Pinto, la Cappella di San Ludovico, la Cappella di Sant’Anna in san Pietro a Corte, l’Ipogeo di San Pietro a Corte.
Fotografa, editrice, ambientalista, militante politica e attivista per i diritti civili, Letizia Battaglia rappresenta un riferimento nella storia della Sicilia.
I suoi scatti eloquenti raccontano, ricordano, indicano, sussurrano. Inchiodano l’attimo, come è giusto che sia, ma lo fanno con quel coraggio e quella determinazione di chi ben sa che sta capovolgendo steriotipi, sta imponendo la sua figura femminile in tempi ancora arcaici. Lei che inizia a fotografare a 34 diviene “narratrice” dei delitti di mafia, documenta l’inizio degli anni di piombo a Palermo. Scuote le coscienze. Lei, che sa di trovarsi in mezzo ad una vera guerra civile, persevera. I suo scatti crudi raccontano l’egemonia spietata del clan dei Corleonesi. E’ lei che all’hotel Zagarella immortala gli esattori mafiosi Salvo insieme a Giulio Andreotti. E’ lei, il 6 gennaio 1980, la prima fotoreporter a giungere sul luogo dell’omicidio di Piersanti Mattarella. E’ lei a fotografare la “bambina con il pallone” nel quartiere palermitano della Cala che, per la sua intensità fa il giro del mondo. Fotografa la miseria e la bellezza di Palermo, le tradizioni, la vita quotidiana, i volti.
Le opere sospese della Battaglia, oltre cento in questa mostra, con i video documentari, riviste e libri sono il cuore pulsante di una mostra che si conferma, grazie all’associazione Tempi Moderni, un appuntamento di grande spessore culturale da non perdere.