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venerdì, 6 Dicembre 2024
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Silvia Lelli a Salerno, al Verdi e a Palazzo Fruscione per una questione di “SGUARDI”

di Claudia Izzo-

“Non conoscevo Salerno, ma ho scoperto che è molto accogliente. E’ una scoperta merito di Tempi Moderni che propone mostre ed eventi, questo per la città è fondamentale, per la cultura, per i giovani. Il presidente dell’associazione Tempi Moderni, Marco Russo, con sua moglie Paola, è una persona che stimo.

A parlare è Silvia Lelli, la incontro al foyer del Teatro Verdi di Salerno, nell’ambito dell’inaugurazione di “Sguardi – Ombra e Penombra”,  quarta sezione della mostra “Sguardi” di Silvia Lelli e del compianto marito Roberto Masotti, organizzata da Tempi Moderni, in corso di svolgimento a Palazzo Fruscione fino al 4 giugno

Questa mostra al Massimo di Salerno è un  lavoro site specific di Silvia Lelli,  proprio dedicato al Verdi, giocata su luci ed ombre. Sono così fruibili fino al prossimo 4 giugno quindici foto realizzate nel mese di aprile all’interno della struttura durante le prove, durante la prima dello spettacolo Manon Lescaut, andato in scena il 14 aprile con l’orchestra diretta dal maestro Daniel Oren.

Due settimane intense in cui Silvia Lelli con discrezione e grande passione ha reso omaggio  al valore delle foto che dialogano con altri contenuti architettonici. Immagini suggestive ed evocative che raccontano parti della macchina teatrale nascoste allo sguardo dei non addetti ai lavoro.

“La magia del teatro esiste. A Salerno l’ho avvertita  quando, entrando al Verdi con il maestro Antonio Marzullo, si è aperta la porta di accesso alla platea. L’unica luce veniva dalle finestre, infondo, sul palcoscenico. Il ringraziamento della fotografa va alle maestranze che mi hanno consentito di svolgere il lavoro”.

Le tavole del palcoscenico, i direttori d’orchestra, i sipari, i musicisti, le luci di questi luoghi avvolti di magia sono l’atmosfera di cui è intessuto lo sguardo di Silvia Lelli, lei che per 17 anni ha immortalato per il Teatro alla Scala tutto ciò che vi avveniva: rappresentazioni, prove, prime e repliche per un totale di 500mila negativi in bianco e nero e 300mila a colori, un archivio d’arte per eternate tutte le arti.

A Palazzo Fruscione, poi,  fruiamo in un susseguirsi di scatti che racchiudono 40 anni di carriera della Lelli e del marito Roberto Masotti, coppia nella vita e nel lavoro, racconta il mondo delle performings arts e della musica attraverso il loro sguardo. Musiche/Kontakthof-Kontrapunkt/Nucleus, sono le tre sezioni della mostra declinate nei tre piani.

“Musiche (fotografie di Lelli e Masotti). In questa sezione si scava nell’archivio di Lelli e Masotti che, come scriveva Domenico Piraina, direttore di Palazzo Reale di Milano che nel 2019 ospitò la grande mostra, è una miniera inesauribile di conoscenza e di memoria che consente di ricostruire e rivivere quasi mezzo secolo di storia del teatro, della musica, della danza, di performing arts, di vedere “all’opera” migliaia di personalità, di avere una visione puntuale anche dei cambiamenti sociali e culturali che si sono verificati. Una sezione composta da 109 fotografie e un’installazione video dal titolo Musiche Revisited.

Kontakthof- Kontrapunkt (fotografie di Silvia Lelli). La sezione è composta da 20 opere fotografiche e ripercorre la storia di 3 rappresentazioni in 30 anni, del celebre lavoro dedicato alla complessità dei rapporti uomo-donna della coreografa e regista tedesca Pina BauschLeonetta Bentivoglio, così descrive il lavoro della Lelli: Le foto che rappresentano il frutto del viaggio di Silvia attraverso i tre “Kontakthof”, definite da una beltà essenziale e vigorosa, mai affettata o patinata, ci danno un’ottica in più sulla sostanza di quella specie di monumento al teatrodanza che è lo spettacolo di Pina nato nel ‘78. Lo sguardo della fotografa non si limita a registrare l’attimo, ma ce lo fa vedere tramite il filtro di una sensibilità per così dire “aggiuntiva”.

Nucleus (fotografie di Roberto Masotti). La sezione è un omaggio al lavoro di Roberto Masotti e al suo rapporto di lungo corso, professionale e umano, con il cantautore catanese Franco Battiato, scomparso nel maggio 2021. L’esposizione è una anteprima internazionale e si compone di 16 scatti, che, come scrive Carlo Maria Cella, sono un viaggio nel tempo, dai primi anni 70, in cui Battiato si forma e si afferma nel mondo della musica, fino al 1997 dei grandi concerti, in cui i fan di quasi tre generazioni, comprese alcune nemmeno nate quando certe canzoni erano state scritte, lo innalzano nel cielo delle stelle fisse”

Di Ravenna, trapiantata a Milano, Silvia Lelli, laureata in Architettura a Firenze con una progetto di urbanistica, ha fatto della fotografia la sua ragione di vita. Erano i tempi del teatro sperimentale, del teatro di strada, i tempi ed il costume cambiavano, la bellezza aveva tante forme.

La bellezza, cercare bellezza è fondamentale, senza quella muoiono le passioni, la voglia di fare…

Allo sguardo si impone l’immagine da catturare e lo sguardo della coppia indaga su tutto. Scruta e lascia all’immaginazione.

La fotografia è la mia vita, ma è stato anche tanto faticoso

Scelte d’amore e passione condivise con Masotti morto il 25 aprile 2022 a 75 anni, appassionato di Keith Jarrett, Franco Battiato, del rock, del jazz, della musica classica. E della fotografia. Ovviamente.

Ho perso mio marito da poco. E’ stata una vera condivisione. Io avevo 16 anni, lui 19 quando ci siamo conosciuti. Sono felice di averlo vissuto.

 

 

 

 

 

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