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martedì, 7 Maggio 2024
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Ad Avellino il Murale della Pace

di Graziella Di Grezia-

Nella Chiesa di San Francesco d’ Assisi di Avellino, nel quartiere di “Borgo Ferrovia”, è presente una delle opere d’ arte più preziose e singolari della città: Il MURALE DELLA PACE.

Commissionato da Don Ferdinando Renzulli, fu realizzato da Ettore de Conciliis e Rocco Falciano negli anni 1964-65 sul vasto muro dell’ abside della chiesa (6,30×22 m) e fu oggetto di non poche polemiche, messe poi a tacere dal papa Paolo VI.

L’ incarico era quello di realizzare le “Storie della vita del Santo e i temi della Pace nel mondo e del dialogo tra forze laiche e cattoliche”.

De Conciliis allora appena maggiorenne decise di restituire alla città quella “colta semplicità” tanto proclamata da Papa Giovanni XXIII attraverso un’ opera che potremmo definire del neorealismo pittorico.

Il messaggio degli artisti non è soltanto legato alla mera rappresentazione iconografica di figure legate al cattolicesimo, ma uno spunto di riflessione sulla possibilità della distruzione del mondo per assenza di amore e comprensione tra gli uomini. Per questo l’opera non è oggetto soltanto di un giudizio estetico, quanto di un consenso per nella rappresentazione della meditazione del destino dell’ uomo.

Il murale è distinto in “scene” che accompagnano il visitatore nel passaggio (accolto con opinioni controverse) dal messaggio religioso a quello direttamente sociale.

La “lettura” del murale va da sinistra verso destra: a sinistra spicca la figura di San Francesco, la cui realizzazione è caratterizzata anche da elementi propri del saio del santo a cui è dedicata la Chiesa.

La figura di San Francesco di eleva sulla folla di donne e uomini che si mostrano desiderosi di una pace difficile da conquistare; i personaggi sono braccianti irpini, oppressi dell’ America Latina, preti del Vietnam. Tra le mani che si portano verso l’ alto e i cartelli che inneggiano alla pace, si scorgono le figure di Rocco Scotellaro, Guido Dorso, Cesare Pavese, John F Kennedy, Papa Giovanni. Tra i tanti volti rappresentati, vi sono anche quelli di Pier Paolo Pasolini, Rocco Falciano ed Ettore de Conciliis, nonché di alcuni vescovi locali.

L’ unione tra la folla di personaggi con un diverso credo è emblematico del tentativo del superamento delle differenze per il raggiungimento della pace.

La parte centrale del Murale rappresenta il dualismo tra la vita e la morte: il profilo di una donna in attesa con alcuni bambini che la circondano e sullo sfondo una chiesa distrutta e una città devastata dalle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.

La parte destra vede protagonista la guerra con la sua devastazione e drammaticità; edifici distrutti, cadaveri, patiboli con condannati appesi, uomini angosciati, tutto unito da un filo di ferro spinao applicato sul dipinto. Papa Pio XII ha le braccia spalancate di fronte alla distruzione di Roma e all’ orrore del nazismo della guerra in Vietnam; a destra chiude il murale la figura di un prete sudamericano che stringe tra le mani una croce.

La sintesi non restituisce giustizia alla grandezza dell’ opera che è meritevole di una visita e di una profonda riflessione per la sua attualità e per il suo drammatico realismo.

Ho conosciuto negli scorsi anni gli autori e in particolare, dialogando con Ettore de Conciliis nel suo studio di Fiano Romano, ciò che mi ha colpito è stata la profonda umiltà nel parlare di una sua opera che egli stesso definisce “giovanile”.

L’ opera ha tutte le caratteristiche della profonda maturità di autori che hanno reso visibile al mondo ciò che è stato identificato come “La Bomba atomica e la coesistenza pacifica”.

 

Per raggiungere la chiesa di San Francesco D’ Assisi:  https://bit.ly/427pejj

 

 

 

 

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