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domenica, 19 Maggio 2024
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A Benevento l’Arco di Traiano per celebrare la variante della Via Appia

-di Antonietta Doria

Mentre gli antichi romani inaugurarono la Via Appia che collegava Roma a Brindisi, per volontà dell’Imperatore Traiano, fu costruita la via Traiana, diramazione della Via Appia, nota anche come via Appia Traiana, strada romana di epoca imperiale che collegava Benevento (Beneventum) a Brindisi (Brundisium).

Marco Ulpio Nerva Traiano (57-117 d.C.) fu detto «la delizia delle genti» per le sue virtù e seppe portare Roma al suo massimo splendore. Dopo di lui, ogni nuovo Imperatore venne salutato dal Senato con le parole “Sii più benefico di Augusto e più giusto di Traiano”.

La via Traiana che fu costruita tra il 108 e il 110 d.C. era dunque una valida alternativa alla via Appia Antica che era spesso piena di fango e neve nei mesi invernali.

Per celebrare  la variante della via Appia fu così eretto a Benevento l’Arco di Traiano che risulta essere l’arco trionfale romano con rilievi meglio conservato al mondo.

Famosa è la stampa di Giovanni Battista Piranesi che la raffigura in tutta la sua imponenza mentre in occasione di una visita di Carlo di Borbone alla città, nel 1 750,  l’arco fu poi  ritratto in un dipinto del vedutista Antonio Joli, oggi conservato alla Reggia di Caserta.

Dopo i Romani, con i Longobardi, L’Arco di Traiano divenne La Porta Aurea e furono costruite abitazioni  intorno alle mura della città. L’antico Arco fu dunque inglobato. Fu poi pio IX ad ordinare una grande piazza in cui poterlo ammirare in tutta la sua bellezza, facendo abbattere tutto ciò che vi era intorno.

L’iscrizione sull’attico è la stessa da entrambi i lati e recita: All’imperatore Cesare, figlio del divo Nerva, Nerva Traiano Ottimo Augusto Germanico Dacico, pontefice massimo, (rivestito della) potestà tribunizia diciotto (volte), (acclamato) imperatore sette (volte), console sei (volte), padre della patria, fortissimo principe, il Senato e il Popolo romano (posero).

L’Arco, costituito da un arco ad una sola volta,  è costituito da  blocchi di pietra calcarea, rivestiti da opera quadrata in blocchi di marmo pario; su ogni facciata quattro semicolonne che sorreggono una trabeazione.

Le scene vanno lette dal basso all’alto, da destra a sinistra e si riferiscono, sul lato interno rivolto verso la città, alla pace e alle provvidenze verso i cittadini, alla guerra e alle provvidenze dell’imperatore verso le province,  sul lato esterno.

Ai lati due pannelli a bassorilievo: sul lato esterno, il pannello di sinistra, non interamente conservato, rappresentava L’omaggio delle divinità agresti provinciali, e quello di destra la Deduzione di colonie provinciali; sul lato interno, a sinistra era Traiano accolto dalla Triade capitolina e a destra Traiano nel Foro Boario (luogo tradizionale per l’annona populi Romani). Il fregio figurato della trabeazione sorretta dalle colonne raffigura la processione del trionfo di Traiano sulla Dacia, come di consueto realizzato ad altissimo rilievo.

Il Danubio e la Mesopotamia personificate sono raffigurati sul lato esterno, la Vittoria e la Fedeltà militare, sul lato interno, accompagnate dai geni delle quattro stagioni; sulle chiavi dell’arco sono raffigurate altre personificazioni, la Fortuna, sul lato esterno, e Roma sul lato interno.

I pannelli nel lato interno raffigurano scene delle attività di Traiano nella città di Benevento: a sinistra, uscendo dalla città, il Sacrificio della cerimonia per l’apertura della via Traiana (si vede Traiano fra i littori durante la cerimonia);a destra L’istituzione degli alimenta (simboleggiata dai pani sul tavolo al centro) alla presenza di littori, personificazioni di città italiche e di italici con bambini per mano e sulle spalle. Sulla volta, decorata a cassettoni, compare al centro una raffigurazione dell’imperatore incoronato da una Vittoria.

L’Arco ha resistito a cinque terremoti devastanti nel corso dei secoli, alle guerre mondiali, al crollo del Ducato di Benevento, alle invasioni straniere. L’imperatore Traiano morì pochi mesi dopo la sua inaugurazione affidando così  all’umanità un’opera ricca di bellezza e di storia, oggi l’opera romanica meglio conservata al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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