di Antonietta Doria-Il 26 dicembre 1194 nasceva a Jesi, in provincia di Ancona, un uomo destinato a grandi gesta, di grande carisma, dotato di una personalità poliedrica tale da affascinare il suo popolo e, dopo di lui, gli storici, fino a diventare un vero mito.
Parliamo di Federico Ruggero di Hohenstaufen, per tutti “Stupor mundi”, re di Sicilia, duca di Svevia, re dei Romani e poi Imperatore del Sacro Romano Impero, incoronato ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal Papa; re di Gerusalemme, discendente dal lato paterno dalla nobile famiglia degli Hohenstaufen e dal lato materno dalla nobile famiglia siculo-normanna degli Altavilla, conquistatori di Sicilia e fondatori del regno di Sicilia.
Federico II, figlio di Enrico VI e Costanza d’Altavilla fu grandioso al punto tale che, alla sua morte avvenuta a Fiorentino di Puglia il 13 dicembre 1250, il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, scrisse: “Il sole del mondo si è addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l’asilo della pace”.
Costanza d’Altavilla aveva 40 anni quando nacque Federico II e nella popolazione si era diffuso grande scetticismo per cui il parto avvenne nella piazza di Jesi, parto pubblico con tanto di baldacchino, per fugare ogni dubbio sulla nascita dell’erede al trono.
Sposò ancora minorenne Costanza d’Aragona con matrimonio celebrato a Messina, da cui nacque Enrico, futuro re di Sicilia. In seguito sposò la giovanissima Jolanda di Brienne, titolare della corona di Gerusalemme che morì appena sedicenne, dieci giorni dopo aver dato alla luce Corrado. Sposò poi Isabella d’Inghilterra figlia di Giovanni Senzaterra ed in ultimo il suo grande amore, Bianca Lancia, nobildonna italiana, da cui ebbe il figlio Manfredi.
Grande l’innovazione artistica e culturale che caratterizzò il suo regno unificando terre e popoli. Fu contrastato dalla Chiesa di cui Federico II mise in discussione il potere temporale per cui fu scomunicato per ben due volte.
Promosse le lettere attraverso la poesia della Scuola siciliana, che ebbe notevole influenza su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana e introdusse il Diritto Romano, nell’accezione giustinianea rielaborata dall’Università di Bologna. Fondò l’Università di Napoli e favorì la Scuola Medica Salernitana. Istituì camere reali, fabbriche e depositi di armi ad Ariano, Canosa, Lucera, Melfi, Messina e nella stessa Palermo. Emanò uno statuto speciale per la riparazione dei castelli già esistenti e ne costruì altri oltre a palazzi imperiali in tutta l’Italia meridionale.
Conoscitore di ben nove lingue, approfondì la filosofia, l’astrologia la matematica l’algebra, la medicina e le scienze naturali, impiantò a Palermo uno zoo, famoso ai suoi tempi, per il numero di animali esotici che conteneva; scrisse il De arte venandi cum avibus, manuale sulla falconeria, uno dei primi manoscritti con disegni in tema naturalistico. Regolamentò, per la prima volta, la professione del farmacista e fu soprattutto un generoso mecenate, ospitando alla sua corte artisti provenienti dai territori dell’impero, promuovendo il recupero di modelli classici.