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martedì, 15 Ottobre 2024
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Gennaio, il mese di Giano, con la notte campana illuminata dai fuochi di Sant’Antonio

Nel nome, il senso di tutto.

E’ giunto Gennaio, il mese che deve il suo nome al dio romano Giano, Ianus, una delle divinità più importanti della religione romana, latina e italica. E’ il dio degli inizi, materiali e immateriali, solitamente raffigurato con due volti, il Giano Bifronte, in grado di guardare al passato ed al futuro.

Così il mese di gennaio, che strizza l’occhio all’anno appena trascorso e diviene porta verso il nuovo che nasce, sembra volerci suggerire meditazione, riflessione, introspezione. E’ il mese che crea un nuovo rapporto con il tempo, con la sua luce particolare, con l’attesa, con i ritmi freddi.

E’ giunto gennaio e tutto ricomincia in un ciclo temporale. Andiamo incontro ai “giorni della merla”, gli ultimi del mese, 29, 30, 31 che ci riportano alla leggenda secondo la quale una merla bianca e i suoi pulcini cercarono riparo dal freddo in un comignolo. ne uscirono il 1 febbraio, tutti neri a causa della fuliggine. da quel giorno in poi i merli furono tutti neri.  Se questi gironi saranno freddi, la primavera sarà bella, se saranno caldi, la primavera ritarderà.

In Campania ed in particolare nel Sannio, in provincia di Caserta, a Macerata Campania,  in Irpinia, a Nusco, a Montoro, nel napoletano, nel salernitano a Campagna, Gennaio è caratterizzato dal culto di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali domestici, monaco eremita del IV secolo d. C., patrono degli animali e delle stalle celebrato il 17 gennaio. I suoi seguaci curavano ferite e piaghe grazie al grasso di maiale, per questo veniva raffigurato in compagnia di un maiale e invocato come taumaturgo.

In questa data, tra fede e storia, folklore, il territorio è disseminato ancora oggi di fuochi, i “fucanoli”, “falò”, nelle piazze di alcuni paesi; un antico rituale pagano religioso.

Se una leggenda narra che il Santo raggiunse l’inferno per rubare il fuoco al diavolo ed il suo maialino rubò un tizzone per donare il fuoco agli uomini, i falò ci raccontano ancora oggi della luce, della loro funzione purificatrice, fecondatrice, portatrice di prosperità. Ricordando che in passato le ceneri venivano raccolte nei bracieri d  elle abitazioni per bruciare simbolicamente il passato e rinascere a nuova vita, in questo giorno affidiamo al fuoco la speranza dei giorni futuri.

 

 

 

 

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